Alcune storie si incontrano. Sogni si intrecciano e ne fanno nascere di nuovi. Giovani al confine tra esperienza formativa e proiezione nel mondo del lavoro, adulti che conservano ‘sano’ il bambino che portano dentro.
“E così, camminando, scoprii il pozzo al levar del sole”.
L’incontro è attorno ad un pozzo, un pozzo nel deserto.
Come per il Piccolo Principe ed il suo amico aviatore, attorno al pozzo si rivela la verità della loro storia e della loro amicizia.
“I pozzi sahariani sono semplici buchi scavati nella sabbia. Questo assomigliava a un pozzo di villaggio. Ma non c’era alcun villaggio intorno, e mi sembrava di sognare”.
Il sogno condiviso: cambiare alcuni schemi che ci ancorano ad una realtà che non soddisfa, con la volontà di collaborare per un mondo più vero, più giusto, più bello. Cominciando dai bambini e da quella potente possibilità di cambiamento che è l’educazione.
“Senti – disse il Piccolo Principe – noi svegliamo questo pozzo e lui canta…”. Non volevo che facesse uno sforzo. “Lasciami fare – gli dissi – è troppo pesante per te”
Con i bambini il desiderio di tessere trame di nuovi mondi possibili, generati dalla libertà, dalla relazione, dal tesoro che ognuno porta dentro e che può riconoscere e sviluppare in un ambiente adatto.
Sollevai il secchio fino alle sue labbra. Bevette con gli occhi chiusi. Era dolce come una festa. Quest’acqua era ben altra cosa che un alimento. Era nata dalla marcia sotto le stelle, dal canto della carrucola, dallo sforzo delle mie braccia. Faceva bene al cuore come un dono.
Un dono che faccia bene è quello che ci aspettiamo. Un dono da fare, un dono allo stesso tempo da ricevere.
Non ci fu che un guizzo giallo vicino alla sua caviglia. Rimase immobile per un istante. Non gridò. Cadde dolcemente come cade un albero. Non fece neppure rumore sulla sabbia.
E’ la libertà che ci permette di incontrarci, la stessa che ci permetterà di salutarci e di ripartire.